L'opera

Elemento spaziale

Di Giovanni Patat


Pietra piasentina

Da un trovante di pietra è sorta un'opera straordinaria che sembra metallo arrugginito arricciatosi su se stesso, con volute leggere che le conferiscono briosità. 

Il connubio tra forme monocellulari primordiali ed elementi tecnologici avanzati diventa il passaggio materico verso l'ignoto o il ritorno ad una forma primitiva, meteorite e bullone al tempo stesso. 

Lo spazio viene risucchiato dal foro al centro del trovante, varco concettuale tra due dimensioni contrastanti. 

L'aria gioca tra le fessure, scivolando protetta dentro il grosso buco verso una nuova dimensione, invisibile, ma percettibile.

Giovanni Patat

Italia - Friuli Venezia Giulia


Giovanni Patat nasce ad Artegna (UD) e fin da piccolo frequenta la bottega dello zio marmista, Pietro Rizzotti, apprendendo a lavorare l'argilla, il gesso e la pietra. 

Nel 1951 si reca in Lussemburgo presso lo scultore Sabatini di Perugia ed apprende il suo metodo di scultura. Nel '52 ha la possibilità di lavorare presso lo studio di Max Piccini a Udine. 

Negli anni sessanta a settanta si fa conoscere in regione, realizzando numerosi monumenti pubblici e moltissime sculture funerarie e a carattere religioso. 

A partire dagli anni ottanta inizia un nuovo percorso di esplorazione nella pietra, "in cui non rinnega il figurativo del suo passato; semplicemente lo disattende per dare voce al tormento di un presente sfibrato ed involuto, che sottrae positività ad ogni prospettiva". Hanno così origine opere di grande formato in pietra, collocate nel parco delle sculture presso lo studio dell'artista. Fra queste Fenomeni e vicende della terra, amara riflessione sul terremoto del Friuli. In essa l'artista non descrive più la figura intera, bensì parti e frammenti di un corpo umano e sagome schematiche e simboliche di vari soggetti.

Le opere di d'Artegna, prodotte nell’arco di oltre settant’anni, sono esposte in svariate sedi d’Italia, in diversi paesi d’Europa e negli Stati Uniti. L’università di Urbino gli ha dedicato una tesi di Laurea e la Provincia di Udine una monografia che include il catalogo delle opere e un DVD. Per la sua attività artistica gli sono stati assegnati il premio Nadâl Furlàn (2005) e il Merit Furlàn (2011).