L'opera

Libertà imprigionata

Di Filippo Tincolini


Pietra piasentina

Di sapore classicheggiante è "Libertà imprigionata" del toscano Filippo Tincolini, un omaggio alla Nike di Samotracia che la grecità considerava a ragione uno dei massimi capolavori. 

Non tuttavia alla vittoria, bensì alla libertà questo corpo sensuale di donna allude, in momenti come i nostri in cui lo spirito conosce severi i limiti delle imposizioni sociali, l'artista avverte la costruzione nel masso di fondo da cui vuole staccarsi la leggerezza di un'idea.

Filippo Tincolini

Italia - Toscana


Filippo Tincolini è originario di Pontederea, città Toscana, e si diploma al Liceo Artistico di Lucca nel 1996. Nello stesso anno s'iscrive all'Accademia di Belle Arti di Carrara, seguendo i corsi del prof. Piergiorgio Balocchi. 

Collabora con alcuni scultori del comprensorio apuoversiliese, riscuotendo ampio consenso di pubblico. La sua attività espositiva s'intensifica quando inizia a partecipare a diversi simposi internazionali di scultura. Nel 1998 fonda un centro culturale d'arte a Cascina, promuovendo una triennale per le arti visive.

Nel 2004 fonda il laboratorio d’arte contemporanea TORART un’azienda di Carrara specializzata in scultura, arte contemporanea e design nell’applicazione delle nuove tecnologie nella lavorazione del marmo, pietre e materiali duri di diversa natura. 

Nel 2008, insieme alla sua “spalla” Simone Zanaglia, scultore carrarese, ha scelto di aprirsi ai robot e fonde metodi di lavorazione tradizionale (finiture hand made) con le più avanzate tecnologie e scanner laser 3D.